Cerca nel blog

UFFICIO DEL PERSONALE

mercoledì 9 marzo 2011

Dipendenti degli studi professionali hanno diritto alla mobilità

Anche i dipendenti degli studi professionali hanno diritto alla mobilità, prevista dalla legge 223/91 in caso di licenziamento per riduzione di personale o per cessazione dell'attività.
Il parere del Ministero del Lavoro – sull'interpello 10/2011 sollevato da Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e da Confprofessioni – cambia gli orientamenti dei centri per l'impiego che spesso non vogliono iscrivere nelle liste di mobilità questi dipendenti, perché non licenziati da «imprese».

L'articolo 4 della legge 236/93 indica come destinatari dell'iscrizione nelle liste di mobilità i lavoratori licenziati da imprese, anche artigiane o coop di produzione e lavoro, che occupano anche meno di 15 dipendenti, quando il licenziamento è per giustificato motivo oggettivo riconducibile a riduzione, trasformazione o cessazione dell'attività lavorativa. Il riferimento all'impresa e non al datore di lavoro ha fatto sì che ai dipendenti licenziati dagli studi non fosse consentita l'iscrizione nelle liste.

Anche se non costituisce titolo per percepire l'indennità di mobilità, consente ai datori di lavoro che assumono un lavoratore iscritto di fruire di agevolazioni contributive, versando per un certo periodo la contribuzione in misura pari a quella prevista per gli apprendisti.

Il ministero sottolinea che già con la sentenza del 16 ottobre 2003 (C-32/02) la Corte Ue ha esteso la nozione di datore di lavoro, affermando che la direttiva 98/59/Ce si applica ai licenziamenti collettivi effettuati da qualunque datore, persona fisica o giuridica. La possibilità di iscrivere nelle liste anche i dipendenti degli studi, licenziati per riduzione di personale, va dunque nella linea della direttiva 98/59. Oltre che essere iscritti alla lista, questi lavoratori potrebbero aver diritto anche all'indennità di mobilità in deroga, se possono vantare un'anzianità aziendale di almeno dodici mesi, di cui almeno sei di effettivo lavoro.

Il Sole 24 ORE di mercoledì 9 marzo 2011

Nessun commento:

Posta un commento